È stata l’ennesima giornata drammatica quella di ieri per il mondo del lavoro.
Cinque lavoratori sono morti in meno di 24 ore: uno in Sardegna, uno in Calabria e tre in Lombardia, tra cui un venticinquenne al primo giorno di lavoro in un’azienda tessile del milanese e un trentatreenne di Bagolino. Un vero e proprio stillicidio che conferma, e aggrava, una tendenza nefasta che assume i contorni di una vera e propria strage e che, nel nostro Paese, sembra incontrovertibile.
Il pesante tributo di sangue di ieri suscita rabbia e sgomento, ma purtroppo non sorprende. Solo lo scorso anno sono stati 1.500 i morti sul lavoro – un numero che aveva fatto registrare un aumento delle vittime del 21% rispetto al 2021 – e sono già centinaia i decessi registrati nei primi mesi del 2023. Dati davvero poco tranquillizzanti, che fanno presagire il peggio e che ci raccontano di un “sistema lavoro” basato troppo spesso su sfruttamento e precarizzazione.
Ne parliamo con Antonio Amoroso, delegato della CUB – Confederazione Unitaria di Base Ascolta o scarica
Fonte: Radiondadurto.org
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