
Con un DPCM, il 14 gennaio scorso, il governo ha deciso di finanziare la costruzione di una nuova grande base militare a Coltano, localitĂ nella campagna bonificata tra Pisa e Livorno, allâinterno del Parco di San Rossore, vicino allâaeroporto di Pisa e alla base militare USA di Camp Darby. Contro il progetto sta montando una diffusa e variegata opposizione. Chi vive e lavora nella zona si Ăš organizzato nel Comitato Permanente per la Difesa di Coltano, mentre il Movimento No Base, che tra Pisa e Livorno riunisce collettivi, associazioni, realtĂ politiche e sindacali, oltre a molte singol*, sta cercando di costruire un movimento piĂč ampio contro la base.
Le ragioni dellâopposizione sono semplici, chiare e determinate: no a una nuova base di guerra nĂ© a Coltano nĂ© altrove, no allo scempio ecologico, no alle spese militari. La stampa racconta che le autoritĂ ci avrebbero giĂ ripensato, che la base se si farĂ non si farĂ certo piĂč a Coltano ma intanto il DPCM Ăš sempre lĂŹ, il governo vuole andare avanti per la sua strada, sopra la volontĂ della popolazione.
Si tratta dellâennesima struttura di guerra in unâarea giĂ estremamente militarizzata. In questa nuova base dovrebbero essere collocate alcune delle âeccellenzeâ dei Carabinieri: il Centro cinofili, che ha attualmente sede a Firenze, il Gruppo di Intervento Speciale GIS dei Carabinieri, ora a Livorno presso la Caserma âAmicoâ, il 1° reggimento Carabinieri paracadutisti âTuscaniaâ che ha anchâesso attualmente sede a Livorno presso la Caserma âVannucciâ. Proprio i paracadutisti del âTuscaniaâ sono tra le unitĂ piĂč impiegate nelle missioni allâestero, come in Kosovo, Iraq e Libia, ed anche le unitĂ dei GIS sono state inviate, al fianco di altre forze speciali, in Mali per lâoperazione Takuba.
La base dovrebbe occupare unâarea di 73 ettari, equivalente a 140 campi da calcio. Saranno gettati 440 mila metri cubi di cemento, in una zona agricola dal fragile equilibrio ecologico, che verrebbe definitivamente compromessa con la costruzione di piste per elicotteri, poligoni di tiro, circuiti per gli esercizi di guida, aree addestrative, magazzini, alloggi, piscine, villette per gli ufficiali. Senza contare tutte le strade, i parcheggi, le recinzioni e le infrastrutture interne necessarie al funzionamento della nuova mega caserma.
Il costo stimato Ăš di 190 milioni di euro, che il governo ha deciso di reperire tramite il PNRR, nel caso non fosse chiaro chi continuerĂ a guadagnare grazie alla pioggia di soldi tanto propagandata dal governo come panacea per la âripresa economicaâ dopo la pandemia. Questa Ăš solo la spesa iniziale per la costruzione del complesso, ci saranno anche spese per lâadeguamento dei collegamenti alla rete viaria nazionale, poi perĂČ i soldi veri ci vorranno per far funzionare la base.
Dopo le prime iniziative di protesta che hanno portato alla luce il progetto, di cui neanche la stampa locale aveva dato notizia, politicanti e amministratori si sono affrettati nel dichiararsi contrari, uniti nel coro: noi non sapevamo niente! Non potevano perĂČ esserne allâoscuro: tra Comune, Provincia e Regione giĂ da almeno un anno circolavano documenti ufficiali, come quello inviato a inizio aprile 2021 che riporta un dettagliato studio di fattibilitĂ del progetto della base, la cui prima versione sarebbe datata 12 luglio 2019.
Dopotutto la localitĂ in cui edificare la base Ăš decisa da molto tempo. GiĂ il 23 dicembre 2019 alla Camera veniva approvato un chiaro ordine del giorno presentato dal deputato M5S Rizzo, presidente della IV Commissione Difesa, che impegnava il Governo a valutare la destinazione dei fondi necessari per finanziare la costruzione di una nuova base. Il testo del documento approvato, che in quei giorni veniva battuto anche dalle agenzie di stampa, parla chiaro: âĂ stata individuata unâarea adiacente al perimetro della base USA di âCamp Darbyâ che, per la sua collocazione geografica (vicinanza allâaeroporto di Pisa e alle aree addestrative del CISAM) e per la sua estensione, appare idonea ad ospitare i due repartiâ. Quindi quando i partiti di governo e i loro esponenti locali e nazionali, che siano di Lega, PD, M5S o LEU si dichiarano contrari al progetto, stanno mentendo. Il progetto tra lâaltro potrĂ godere di procedure semplificate anche grazie al decreto legge 31 maggio n. 77 del 2021 sulla governance del PNRR che permette lâaccelerazione e lo snellimento delle procedure.
Hanno provato a far passare questo progetto con il silenzio e con lâimposizione, impedendo che si creasse un dibattito, che qualcuno potesse sollevare obiezioni. Gli stessi vertici del Parco di San Rossore, che pure hanno dichiarato parere contrario, non hanno reso pubblica la faccenda quando sono stati interpellati ad aprile 2021. CâĂš perĂČ chi vuole avere voce in capitolo ed Ăš chiaro che solo unâopposizione popolare, organizzata dal basso, puĂČ riuscire a mettersi in mezzo e fermare questo progetto.
Per fare questo câĂš bisogno ancora di lavorare molto sul territorio, nelle cittĂ limitrofe, nei quartieri, nei paesi e costruire, di lĂ delle sigle di parte, assemblee permanenti dal basso, che organizzino lâopposizione popolare alla base militare, alla militarizzazione e alla guerra che Ăš giĂ presente e radicata nella societĂ .
Non sarĂ facile impedire la costruzione di questa base, perchĂ© si inserisce in un processo di lungo periodo di riorganizzazione delle forze armate ed in particolare delle forze speciali e di intervento rapido. Possiamo perĂČ farlo perchĂ© in una zona cosĂŹ militarizzata chi governa forse non si aspettava unâopposizione che andasse al di lĂ dei consueti circuiti militanti, perchĂ© debole Ăš stata lâopposizione negli ultimi anni a progetti altrettanto devastanti: lâallargamento dellâaeroporto militare, la dismissione del reattore nucleare sperimentale CISAM con lo sversamento di acque radioattive nel Canale dei Navicelli, lâampliamento della base USA di Camp Darby, la costruzione della nuova base del Comando delle forze speciali dellâesercito.
Questa volta perĂČ non sembra che andrĂ cosĂŹ. Il clima di opposizione alla guerra che monta alla luce del contesto internazionale, la piĂč radicata e rinnovata sensibilitĂ ecologista, la voglia di reagire alle imposizioni del potere, mentre in questi anni abbiamo visto aumentare le spese militari di fronte allo sprofondamento delle condizioni di vita e di lavoro, dellâaccesso ai servizi e alla cura, insieme alla spinta data dalla lenta ripresa dei movimenti ha dato forza ad una nuova opposizione. Unâopposizione che si schieri chiaramente contro il progetto ma anche contro il sistema di guerra, devastazione, sfruttamento e oppressione che muove queste scelte di governo.
Bisogna aver chiaro che quello che stanno portando a termine tra Pisa e Livorno con il progetto della nuova base di Coltano Ăš un grande polo logistico della guerra. Lo scalo aeroportuale pisano, controllato dallâAeronautica Militare dove Ăš collocata la 46ÂȘ brigata aerea con i cargo C-130 Ăš Main Operating Base per lâinvio di truppe e materiali bellici allâestero ed Ăš stato ampliato negli ultimi anni per diventare hub nazionale. Nei pressi dellâaeroporto Ăš giĂ presente la Brigata paracadutisti Folgore ma sono presenti presso il COMFOSE anche le truppe speciali del 9° rgt. dâassalto paracadutisti âCol Moschinâ, il 185° rgt. Paracadutisti RAO, il 4° rgt. Alpini paracadutisti. A queste si andrebbero ad aggiungere con la nuova base il âTuscaniaâ e i GIS, come forze speciali dellâarma dei Carabinieri.
GiĂ da decenni il territorio tra Pisa e Livorno svolge un ruolo centrale nelle politiche di proiezione militare dellâItalia allâestero. Questi progetti non faranno che sviluppare e rendere piĂč efficiente tale dispositivo, aprendo quindi la strada ad un sempre maggiore interventismo dellâItalia fuori dai confini nazionali. Inoltre favorirĂ il compimento del progetto di costruzione di forze speciali separate, specialisti della guerra e della morte al servizio del governo, per tutelare interessi e privilegi dei potenti in spedizioni sia allâestero, sia dentro i confini del paese se necessario, come in Val di Susa.
Una prima manifestazione nazionale si terrĂ giovedĂŹ 2 giugno a Coltano, appuntamento alle 14:30 presso la Villa Medicea al centro dellâabitato. Il 2 giugno Ăš una giornata significativa per i movimenti antimilitaristi che da anni contestano quella che ormai Ăš diventata la seconda festa delle forze armate. Quel giorno ci saranno tante altre manifestazioni e iniziative in giro per lâItalia e forse la partecipazione non potrĂ essere ampia quanto si vorrebbe. Si tratta perĂČ di un primo passo per lanciare la costruzione di un movimento di opposizione e sarĂ importante legare anche concretamente e in modo solidale la manifestazione del 2 giugno con le tante iniziative che si terranno in altri territori.
In un mese sono stati fatti grandi passi, Ăš stato costruito un organismo unitario, Ăš iniziata una capillare campagna di controinformazione, sono stati costruiti momenti di lotta e di confronto assembleare. Si Ăš riusciti a riunire lâopposizione alla base sotto lo slogan ânĂ© qui nĂ© altroveâ, respingendo i tentativi dei politicanti e maneggioni di turno che hanno provato a parlare di compensazioni e riqualificazioni per spezzare il movimento. Si Ăš individuato un obiettivo politico chiaro sul breve periodo, il ritiro del DPCM, per smascherare i vuoti annunci della stampa ufficiale che per conto dei partiti e delle istituzioni prova a far passare il messaggio che âla base non si farĂ piĂč a Coltanoâ per provare a disinnescare il movimento. Non ci sono riusciti, almeno per ora, e il 2 giugno sarĂ unâoccasione per tessere legami di solidarietĂ e dare una nuova spinta.
Il 2 giugno si aprirĂ anche il XXXI Congresso della FAI a Empoli e molt* compagn* saranno impegnat* nellâavvio dei lavori. Tant* anarchic* saranno comunque in piazza anche a Coltano, attiv* nelle tante realtĂ che partecipano al movimento, con i propri contenut*, dando uno specifico contributo antimilitarista alla giornata. Consapevoli che la vera sfida adesso sta nellâimpegno quotidiano per impedire la costruzione della base, nella formazione di comitati locali, di assemblee, nella capacitĂ di costruire forme di autogestione negli spazi di ingovernabilitĂ che saprĂ aprire il movimento, nella possibilitĂ di rilanciare, dopo lâimportante sciopero generale del 20 maggio, la lotta antimilitarista in strati sempre piĂč ampi della societĂ .
Dario Antonelli
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Contro la guerra e chi la arma!
Fermiamo la nuova base, smantelliamo quelle giĂ esistenti
Spezzone rossonero alla manifestazione nazionale
âNessuna base per nessuna guerraâ
2 Giugno ore 14:30 a Coltano (Pisa)
Il governo vuole costruire una nuova base militare nei pressi di Pisa, ennesimo tassello di militarizzazione del territorio, che ospiterĂ le âeccellenzeâ dei carabinieri: il 1° reggimento carabinieri paracadutisti âTuscaniaâ, il Gruppo di Intervento Speciale, il centro cinofili. Che venga realizzato a Coltano o altrove, questo progetto va nella direzione di rendere piĂč efficiente la proiezione militare neocoloniale dello stato italiano. Infatti proseguendo un piano di lungo periodo, il governo sta costruendo un vero e proprio polo della guerra, e quello della nuova base si aggiunge allâampliamento dellâaeroporto militare di Pisa, allâampliamento della base USA di Camp Darby e alla costruzione del Comando delle Forze Speciali dellâEsercito.
Opporsi alla guerra significa agire lĂ dove comincia la guerra, spesso proprio dietro casa nostra. Da questa nuova base partiranno i paracadutisti del âTuscaniaâ per le missioni militari in Mali, in Libia, oppure in Romania o Lituania, alimentando la spirale di guerra nellâEst dellâEuropa. Opporsi al militarismo significa opporsi alla massiccia propaganda di guerra che accompagna la presenza di installazioni militari sul territorio, ma opporsi anche al dominio patriarcale su cui si incardina il militarismo stesso. Significa opporsi al disciplinamento e al controllo sociale, alla violenza di una societĂ gerarchica modellata sullâesercito. Opporsi alla militarizzazione significa anche opporsi alla devastazione ecologica e sociale dei territori, perchĂ© attivitĂ e progetti âstrategiciâ specie se militari seguono procedure rapide ed eccezionali in cui vertici aziendali e militari sono sempre tutelati per garantire profitti e privilegi sulla pelle delle popolazioni. Opporsi al militarismo significa proporre una societĂ liberata, significa non solo respingere le decisioni imposte da chi governa, ma anche costruire lâautogestione dal basso.
Se vogliamo fermare la base possiamo affidarci solo allâautorganizzazione, allâazione diretta, alla creazione di un ampio movimento di lotta.
Circolo Anarchico di Vicolo del Tidi â Pisa
Fonte: Umanitanova.org