È disponibile un nuovo opuscolo, “RIAPPROPRIATI della tua MENTE.
Raccolta di scritti su disagio psichico e critica alla civilizzazione”
Per scaricarlo:
https://anarcoqueer.wordpress.com/2021/04/13/riappropriati-della-tua-mente/
Buona lettura! Stampa e diffondi
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Nota introduttiva
Questa raccolta di testi è rivolta a tutte le persone che in un momento o nell’altro della propria vita hanno avuto esperienza di una qualche forma di disagio psichico. I modi di affrontare il malessere e la sofferenza che, con notevoli differenze di grado, quasi chiunque si trova prima o poi a vivere, possono essere tra i più vari. C’è chi preferisce navigare in quelle acque in solitudine, sforzandosi di non naufragare nella propria tempesta interiore, e c’è chi cerca supporto nelle persone più vicine o rivolgendosi a qualche espertx di salute mentale. C’è anche chi si trova a finire, volontariamente o contro la propria volontà, invischiatx nelle maglie del sistema psichiatrico, attraverso l’assegnazione di una diagnosi e/o la somministrazione di psicofarmaci. Una trappola da cui spesso è poi difficile uscire. I testi già disponibili sul tema dell’antipsichiatria sono numerosi, come anche i collettivi che si occupano di offrire controinformazione e supporto a chi si trova prigionierx del sistema psichiatrico o vuole
uscire dalla dipendenza farmacologica. Eppure raramente ho visto riflessioni che affrontassero in maniera più personale e con una critica più profonda le radici del malessere psichico sempre più diffuso di cui tante persone soffrono nell’odierna società industriale di massa. I testi che ho raccolto, oltre a esplorare le connessioni tra disagio psichico e civilizzazione, offrono diverse suggestioni a quelle persone che non si trovano a loro agio in questo mondo e/o a cui è stata affibbiata qualche diagnosi psichiatrica, per rimettere in discussione il percorso di riadattamento offerto dall’industria farmaceutica attraverso le sue terapie e i suoi farmaci in favore di un approccio che mira ad accogliere il caos della propria mente per un percorso di reale crescita personale e accettazione della vita anche attraverso il dolore.
L’ambiente sempre più artificializzato in cui ci troviamo a vivere, le relazioni tossiche, l’alienante ritmo lavorativo, la propaganda del terrore alla tv, la socialità vuota, l’abuso di alcol e droghe, la dipendenza tecnologica, la repressione poliziesca, le ingiustizie viste o vissute, le difficoltà economiche, le aspettative sociali, la sensazione di venire stritolatx dagli ingranaggi del sistema e di non avere una reale scelta, la frustrazione del non riuscire a fare abbastanza per cambiare le cose, danno un’idea del quadro della realtà
quotidiana di vita che moltx di noi si trovano a esperire all’interno dell’odierno sistema civilizzato, che al di là delle sue promesse di benessere e abbondanza per tuttx, sembra creare sempre più infelicità generalizzata.
Allora un passaggio importante è uscire dalla retorica colpevolizzante che cercano di venderci psicologi, psichiatri e case farmaceutiche (ma anche le persone intorno a noi) secondo cui se stiamo male il problema è
unicamente nostro, e starebbe nella nostra incapacità di adattarci ai modelli di vita che ci offre questa civiltà, come se questa in sé non fosse il problema principale; e cominciare piuttosto a identificare quali sono i responsabili di questo stato di cose. Con un cambio drastico di prospettiva, in questa ricerca potremmo perfino scoprire che il nostro disagio è un segno importante della nostra resistenza, il rifiuto di una resa a ciò che sentiamo come distante e inaccettabile per noi.
In particolare mi piacerebbe che questi testi arrivassero a tutte quelle persone che nel corso della loro vita si trovano a subire più di altre il peso della società, con la conseguenza di un rischio maggiore di dover un giorno affrontare i fantasmi del disagio psichico, perché devono lottare per la sopravvivenza economica o perché discriminate sulla base di costruzioni sociali come la razza, il genere, l’orientamento sessuale, la disabilità e altre. L’emarginazione, la violenza, gli abusi (con il loro corollario di traumi, dolore e ferite aperte) sono fattori di origine sociale che possono avere un forte impatto sull’equilibrio psicologico di una persona. Spero che questi testi possano fornire degli spunti utili per trasformare il senso di colpa in orgoglio, e il dolore in rabbia contro questo sistema di dominio, comprese le sue strutture psichiatriche.
All’interno dei movimenti che cercano di contrastare questo sistema pare quasi un tabù parlare del malessere o del disagio mentale come di qualcosa che ci riguarda o ci può riguardare da vicino, e conseguentemente di possibili modi di gestirlo che si differenzino da quelli offerti dalla medicina moderna. Un necessario pezzo di critica all’istituzione psichiatrica che non sia soltanto un attacco all’istituzione in sé e ai suoi precetti ma che esplori anche possibili percorsi differenti rispetto a come affrontare i propri demoni interiori e prendersi cura del proprio caos emotivo in autonomia. I testi qui presentati vogliono essere un punto di partenza per iniziare ad affrontare questa discussione così necessaria.
Fonte: Roundrobin.info