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Un aggiornamento e alcune considerazioni sull’operazione Sibilla.


Giugno 23, 2022
Da Sardegna Anarchica
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Un aggiornamento e alcune considerazioni sull’operazione Sibilla e il 41

bis contro l’anarchico Alfredo Cospito

Il 22 giugno a Roma si è tenuta presso la corte di cassazione un’udienza

sulle misure cautelari disposte per l’operazione repressiva Sibilla.

L’udienza è scaturita dal ricorso del pubblico ministero Manuela Comodi

contro il provvedimento del tribunale del riesame di Perugia, che il 16

dicembre aveva comportato l’annullamento delle misure cautelari scattate

l’11 novembre con l’operazione repressiva. La corte di cassazione, a

dispetto di quanto espresso dal procuratore generale (che aveva chiesto

il rigetto dell’appello della procura perugina), ha accolto la richiesta

della PM Comodi, annullando il provvedimento del tribunale del riesame e

disponendo una nuova udienza. Le misure cautelari non sono effettive e

per i prossimi mesi verrà disposta la nuova udienza di riesame al

tribunale di Perugia.

Cogliamo l’occasione di questo aggiornamento per soffermarci sulle

ragioni che hanno portato all’operazione repressiva, aggiungendo alcune

nostre considerazioni derivate in particolar modo dal recente

provvedimento di trasferimento in regime detentivo di 41 bis del

compagno Alfredo Cospito.

Nel settembre 2021, a seguito di anni di indagini condotte dai comandi

del Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri di Milano e

Perugia, venivano richiesti dalla procura perugina otto arresti in

carcere per altrettanti compagni anarchici. Quest’ordinanza veniva in

parte respinta e ridimensionata dal giudice per le indagini preliminari.

Contestualmente a tale richiesta d’arresto, veniva disposto per il

compagno Alfredo Cospito un provvedimento di censura sulla

corrispondenza della durata di tre mesi, successivamente rinnovato più

volte.

L’11 novembre venivano così effettuate dal ROS dei carabinieri decine di

perquisizioni, notificata l’indagine Sibilla riguardante una quindicina

di compagni e imposte sei misure cautelari in relazione all’accusa di

istigazione a delinquere con l’aggravante della finalità di terrorismo:

un mandato d’arresto in carcere per Alfredo Cospito (all’epoca già

recluso nel carcere di Terni); l’arresto del compagno Michele Fabiani,

che veniva posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni;

infine, l’obbligo di dimora nel comune di residenza congiunto

all’obbligo di firma tre giorni a settimana per quattro compagni. Il

giorno stesso dell’operazione venivano oscurati, rendendone irreperibili

gli indirizzi online, anche due siti internet (roundrobin.info e

malacoda.noblogs.org), attualmente ancora non raggiungibili in

territorio italiano tramite browser convenzionali (per delle limitazioni

tecniche le forze repressive hanno potuto disporre l’oscuramento

esclusivamente in Italia, essendo che non era possibile eliminare del

tutto i siti internet in questione). Come detto poc’anzi, dopo poco più

di mese le misure cautelari venivano tutte annullate dal tribunale del

riesame.

Le accuse principali nei confronti dei compagni sono di aver costituito

o partecipato ad una associazione sovversiva con finalità di terrorismo

ed eversione dell’ordine democratico (270 bis c. p.) e di istigazione a

delinquere (414 c. p.) con l’aggravante della finalità di terrorismo, in

relazione alla redazione, pubblicazione e distribuzione del giornale

anarchico “Vetriolo” o, per quanto riguarda alcuni indagati, per averne

riportato nei siti internet oscurati alcuni articoli (in particolar modo

“Quale internazionale?”, l’intervista con Alfredo Cospito uscita in tre

parti nel giornale). Oltre a queste accuse, ve ne sono ulteriori per

istigazione e altri reati minori, sempre aggravati dalla finalità di

terrorismo (inerenti la pubblicazione di articoli e contributi nei siti

internet, oltre che per dei volantini e innumerevoli scritte murali a

Spoleto). Infine, una compagna viene accusata di danneggiamento in

relazione ad un’azione avvenuta a Foligno contro alcune macchine di

Poste Italiane durante lo sciopero della fame delle compagne e compagni

imprigionati, a maggio-giugno 2019, per la chiusura della sezione AS2

del carcere dell’Aquila. L’indagine Sibilla della procura di Perugia –

inizialmente incentrata maggiormente sul Circolaccio Anarchico di

Spoleto –, ha successivamente “ereditato”, su sollecitazione della

Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, una precedente e più

estesa indagine per 270 bis e 414 c. p. della procura di Milano iniziata

nel 2016, poco fantasiosamente denominata “Vetriolo” e volta a

monitorare compagni a Milano, Genova, Bergamo e Spoleto. Nel contesto di

quest’indagine il ROS, alla ricerca di analogie, somiglianze o

coincidenze lessicali e concettuali, aveva intrapreso un lavoro di

comparazione di buona parte degli articoli pubblicati nel giornale con i

testi rivendicativi di alcuni attacchi incendiari ed esplosivi avvenuti

in Italia (e uno in Grecia).

Tra gli scopi dell’operazione Sibilla vi era quello di colpire il

giornale, sequestrando tutte le copie reperibili dalle forze repressive

durante le perquisizioni, e soprattutto di inasprire il più possibile la

condizione detentiva del compagno Alfredo Cospito. Il 5 maggio, dopo

mesi di censura sulla corrispondenza e dopo l’operazione repressiva, è

stato disposto al compagno un provvedimento di trasferimento in regime

di 41 bis. L’intenzione, plateale e dichiarata, è quella di silenziarne

il contributo, impedendogli di pubblicare articoli e interventi,

tentando di seppellirlo nel più afflittivo tra i regimi detentivi

presenti nelle carceri italiane. Ancor di più alla luce degli intenti

repressivi – che non sono frutto di qualsivoglia tipologia di

“eccezionalità”, bensì espressione della democrazia nella sua peculiare

transizione verso una svolta autoritaria di nuova forma – ribadiamo che

non verremo mai meno nella solidarietà con Alfredo e con tutti i

compagni imprigionati. Ci teniamo in particolare a mandare un abbraccio

fraterno e con affetto, oltre che ad Alfredo, anche a Gianluca, compagno

indagato in Sibilla e attualmente agli arresti domiciliari con tutte le

restrizioni a seguito di un’altra operazione repressiva (l’indagine

Diamante, del 16 marzo) ad opera della procura di Genova.

La solidarietà – come sentimento essenziale che emerge nella

consapevolezza della condivisione profonda dell’idea anarchica – però

non basta. Davanti al trasferimento di Alfredo Cospito in 41 bis, e alla

luce dell’avvitamento repressivo in corso da anni, occorre porre le basi

per una solidarietà differente, una concreta solidarietà rivoluzionaria

internazionale che, al di fuori di ogni “specialismo” anti-carcerario,

vada ad enfatizzare, ponendole in atto, le ragioni della nostra lotta e

il suo obiettivo: la distruzione dello Stato, del capitale, di ogni

autorità. Per questi motivi invitiamo a sostenere tutte le iniziative

anarchiche e rivoluzionarie che saranno messe in campo contro il 41 bis

e il trasferimento del compagno in questo regime detentivo.

Da parte nostra, resta la ferma intenzione di perseverare nella

propaganda anarchica. Queste vicende repressive avvengono in un contesto

storico in cui il capitalismo ci sta trascinando verso la possibilità di

una nuova guerra generalizzata, dove il carovita affama e impoverisce

milioni di proletari, dove la crisi ambientale si è scatenata con

desertificazioni e siccità che colpiscono sempre più duramente anche

alle nostre latitudini, e dopo due anni di crisi sanitaria che ha

rinchiuso i lavoratori in casa, li ha schedati e ricattati con il green

pass, mentre le imprese continuavano a fare affari. Di fronte a tutto

questo, non solo ci teniamo a ribadire che non ci lasceremo chiudere la

bocca, ma anche che non permetteremo alla repressione di spostare tutte

le nostre energie verso la mera difesa dagli attacchi dello Stato.

Perseverare nelle nostre pratiche significa anzitutto continuare a

collocare l’anarchismo come la sola forza storica di contrapposizione

concreta e distruttiva contro la catastrofe verso cui ci stanno

trascinando padroni e governanti.

Con questo spirito invitiamo tutti a partecipare ai due giorni che si

terranno a Spoleto il 26 e 27 giugno. Domenica 26, con alcuni compagni

redattori del quindicinale anarchico “Bezmotivny”, discuteremo della

guerra in Ucraina da un punto di vista internazionalista intransigente,

vale a dire contro ogni Stato, a partire dal nostro, per il disfattismo,

per la sconfitta della NATO. Lunedì 27, in concomitanza con la sentenza

di cassazione del processo Scripta Manent, discuteremo della repressione

anti-anarchica negli ultimi anni. Questo sarà un ulteriore momento di

confronto e organizzazione per la mobilitazione contro la decisione di

trasferire Alfredo in 41 bis. Le discussioni si terranno alle ore 17:00

al Circolaccio Anarchico di Spoleto, in viale della repubblica 1/A.

Alcuni anarchici indagati




Fonte: Sardegnaanarchica.wordpress.com
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