ERA ORA! Speriamo ardentemente che finalmente lâonnipotenza prevaricatrice della Direzione Aziendale, campione nellâazzeramento dei principali diritti dei propri dipendenti, come il non rispettare le fondamentali regole contrattuali, subisca una brusca battuta di arresto e una inversione di rotta.
Eâ quello che Ăš avvenuto con il pronunciamento della sentenza, il 14 settembre 2021, nella causa legate promossa da una cinquantina di dipendenti, sostenuti da USI SanitĂ e Cobas SanitĂ , contro il passaggio imposto dal contratto ARIS a quello Uneba.
âSi dichiara lâillegittimitĂ della applicazione del ccnl Uneba ai lavoratori dipendenti soggetti al ccnl ARISâ. Si dichiara il diritto dei ricorrenti a mantenere la disciplina normativa e retributiva di cui al ccnl ARIS. Si condanna la Fondazione al versamento delle differenze retribuite dovute, oltre interessi e rivalutazione monetariaâ. Oltre al pagamento delle spese processuali.
QUESTO VIENE SENTENZIATO
A quei sindacati, soprattutto firmatari dellâaccordo CIA, in nome del cosiddetto male minore, nel corso di una trattativa nei mesi in cui il covid imperava, che nei loro comunicati ci accusavano di sostenere quella causa legale, illudendo i lavoratori, solo a scopo di strumentalizzazione, chissĂ se ora avranno il pudore di scusarsi pubblicamente.
Questo ricorso legale si Ăš reso necessario dopo la sottoscrizione di quellâaccordo, spezzando quellâunitĂ necessaria alla continuazione della lotta contro lâarbitrio imposto dalla Direzione Aziendale.
Tutti sono testimoni che non ci siamo mai arresi, prima e dopo il referendum la cui validitĂ abbiamo contestato, continuando a resistere con i nostri comunicati, mobilitazioni, presidi.
Adesso ci godiamo il dolce sapore di questa prima vittoria, finalmente!
Ma non dormiremo sugli allori: dobbiamo mobilitarci con le unghie e con i denti per difendere questo risultato, perché niente Ú scontato per sempre.
Il nostro obbiettivo principale in questo momento Ăš quello del riconoscimento del contratto Aris a tutti quelli a cui Ăš stato tolto e la parificazione delle medesime condizioni a quanti avevano giĂ il contratto Uneba.
UNITI SI VINCE! SOLIDARIETAâ SEMPRE!
Unione Sindacale Italiana SanitĂ â USI CIT Cesano Boscone 15/09/2021
IL SIGNIFICATO DI QUESTA SENTENZA
La sentenza di cui si parla nel comunicato allegato, distribuito allâinterno dellâIstituto della Sacra Famiglia, ha sicuramente una grande importanza nel panorama attuale della SanitĂ Privata, in quanto esiste una vera e propria giungla nelle applicazioni dei contratti di lavoro, dove, in modo arbitrario, la parte datoriale sceglie di applicare, tra i tanti contratti disponibili, quello che piĂč gli conviene.
Addirittura divide i propri dipendenti applicando piĂč contratti, uno peggiore dellâaltro, allâinterno della propria azienda. Questo Ăš stato il caso dellâIstituto della Sacra Famiglia (dove un tempo i dipendenti avevano il contratto della sanitĂ pubblica) poi sono stati assunti con il contratto privato ARIS e successivamente, dopo il 2008, con il contratto privato peggiorativo Uneba.
Dalla fine del 2019 lâazienda, allo scopo di ridurre i costi, decide in modo abitrario e unilaterale di collocare i dipendenti con contratto ARIS a quello Uneba. A seguito di assemblee infuocate da parte delle lavoratrici e lavoratori sono iniziate le lotte con mobilitazioni, scioperi, manifestazioni per contrastare questo pesante attacco ai propri diritti fondamentali, come quello alle principali regole contrattuali.
Purtroppo i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e AdL Varese, complice una trattativa avvenuta nella situazione piĂč sfavorevole per i lavoratori, in piena epidemia pandemica, hanno sottoscritto un accordo, giustificandolo come âil meno peggioâ, in cui accettavano tale passaggio arbitrario, riducendo i danni, ma con molte perdite pesanti, come il passaggio dalle 36 alle 38 ore settimanali e tanto altro ancora.
Questa sentenza Ăš una condanna esplicita del comportamento illegittimo dellâazienda. Ma non ci potrĂ essere maggior giustizia per i lavoratori nel settore della SanitĂ Privata fino a quando, come sostiene USI SanitĂ da sempre, non ci sarĂ un unico contratto per lâintero settore della sanitĂ pubblica e quella privata, la quale continuerĂ ad avantaggiarsi usufruendo dei costi ridotti dei contratti che utilizza.
E. Moroni
Fonte: Usi-cit.org